Silvio Berlusconi: "Certe volte mi dispiace di non essere un dittatore ma, ahimè, non lo sono"


Era il lontano 17 marzo 2004 quando l'Aula di Montecitorio bocciò l'articolo 1 (che era anche l'unico articolo) della proposta di legge Boato, vanificandone completamente il senso e approvando un emendamento di An che riconduceva al Guardasigilli la concessione della grazia. Questo atto politico rendeva impossibile la possibilità di grazia per Adriano Sofri, che si era, per inciso, sempre rifiutato di presentare domanda di grazia.

Il giorno dopo piovvero polemiche su Silvio Berlusconi, allora capo del Governo, che così replico: "In Italia non esiste un regime, un dittatore che può imporre ai deputati della Cdl o del partito una decisione. Per questo abbiamo lasciato la libertà di voto, e non si poteva fare diversamente. Per quanto mi riguarda io ho sempre manifestato apertamente la mia posizione che mantengo, nonostante quello che si dice da parte di alcuni giornali; ma non esiste in Italia un regime, non c'è un dittatore che può imporre ai deputati della Cdl e del suo partito delle decisioni che non vengono sentite da questi parlamentari come giuste. In una situazione così complessa abbiamo lasciato la libertà di voto in base al proprio convincimento di coscienza. Un leader di un partito liberale non può fare diversamente".

Berlusconi, però, concluse il suo intervento con una frase passata alla storia: "Certe volte mi dispiace di non essere un dittatore ma, ahimè, non lo sono".

Fonte:http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/politica/sofrinuovo/berlusofri/berlusofri.html

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